Mai sentito parlare del broccolo fiolaro di Creazzo, del cavolo broccolo lavagnino o del cavolo broccolo friulano, vero? Ebbene, è l’ora di scoprirli. Perché hanno una tradizione antica e di recente sono stati riscoperti e stanno arrivando sulle nostre tavole…
Cominciamo con il broccolo fiolaro di Creazzo, un broccolo per l’appunto che ha origini venete e precisamente veniva coltivato sulla collina di Creazzo, in provincia di Vicenza. Si chiama fiolaro perché in dialetto veneto i fioi sono i figli, cioè le infiorescenze che spuntano sul gambo del broccolo e sono poi quelle che si mangiano. Si narra che il famoso poeta e scrittore tedesco Johann Wolfgang von Goethe (1749 – 1832) assaggiò questo tipo di broccolo durante il suo viaggio in Italia e ne fu deliziato. La coltivazione di questo broccolo andò alla grande fino agli anni Cinquanta, quando con il boom economico le persone scoprirono altre pietanze, soprattutto di carne, e la produzione di broccolo fiolaro di Creazzo diminuì. Ma ovviamente quando qualcosa sta per venire quasi dimenticata, ecco che qualcuno la riscopre e riesce a raggiungere l’interesse delle persone. Anche noi con il nostro orto sinergico abbiamo coltivato questo ortaggio e lo stiamo raccogliendo. Ha un sapore molto aromatico ma senza essere invasivo nè amarognolo ed è ottimo in cucina per zuppe, frittate e contorni vari. Inoltre ha proprietà antiossidanti e secondo alcuni recenti studi, ha proprietà nutritive in grado di prevenire il cancro, grazie alla grande quantità di glucosinolati. E se passate nei dintorni di Vicenza a gennaio, non dimenticate che c’è anche la Sagra del broccolo fiolaro proprio a Creazzo (dall’11 al 20 gennaio 2019), un buon punto di partenza per chi vuole cominciare a conoscere questo particolare tipo di broccolo.
L’altra novità nel nostro orto è il cavolo broccolo lavagnino, varietà di origine ligure, che viene coltivato perlopiù nel comune di Lavagna, in provincia di Genova. Si tratta in realtà di un cavolo cappuccio che presenta foglie tenerissime e non una vera e propria “testa”. In tempi antichi si utilizzava come ingrediente della polenta. Oggi è tutelato dalla Camera di Commercio di Genova attraverso il marchio di “Antichi Ortaggi del Tigullio” (insieme alla cipolla rossa genovese, al cavolo gaggetta, alla melanzanina genovese e alla radice di Chiavari) e si sta diffondendo in tutta Italia.
Terza specialità, il cavolo broccolo friulano, da come si intuisce proviene dal Friuli e assomiglia in parte al cavolo lavagnino perché ha foglie abbastanza ampie e di forma ovale, ma leggermente più arricciate. Anche questo cavolo ha proprietà antiossidanti e molte vitamine e minerali utili per il nostro corpo, oltre ai famosi glucosinolati per la prevenzione dei tumori. Inoltre è stato consumato parecchio in passato durante le carestie e le guerre dell’Ottocento e del Novecento, perché fonte di importanti proprietà nutritive e ampiamente coltivato.
Tutte e tre le tipologie le potete trovare in autunno nel nostro orto e speriamo di riuscire a diffondere queste varietà anche nel nostro territorio.